Santuario del Marzale: un fantomatico tesoro
Nel 1865 tali Alessandro Vigy di Parigi ed Emilio Lenormand di Torino giunsero a Crema affermando che, dietro accurati studi, presso il santuario del Marzale si trovasse un tesoro. Ottenuto il permesso delle autorità (prefetto di Cremona, il vescovo di Crema monsignor Ferrè, il parroco di Ripalta Vecchia, i Regi Carabinieri, il comune di Ripalta Vecchia) per effettuare scavi dentro ed intorno all'edificio, le esplorazioni poterono iniziare e durarono dal natale 1865 al marzo 1866. Un'ulteriore campagna fu eseguita anche nel 1869.
Si iniziò con un cunicolo che dall'esterno sottopassava la facciata ed entrava all'interno, alla scoperta di un'ipotetica "camera del tesoro", poi furono scavati dei pozzi mentre i passaggi sotterranei dovettero essere opportunamente puntellati per prevenire problemi di stabilità alle strutture murarie dell'edificio.
Non trovarono nulla, salvo che ossa umane, e i due se ne andarono delusi pagando le spese ammontanti a 3.500 lire e rifiutandosi di comunicare le fonti sulle quali basarono la campagna di scavi; a tutt'oggi, ancora le ignoriamo.
Per la cronaca, fonti orali parlano di un tunnel sotterraneo, certamente non più esistente, che dal Santuario conduceva alla Cascina dei Frati; non è un'ipotesi assurda: in parecchi paesi se ne sono trovate delle tracce, come presso il convento di Pianengo, Soncino (tracce presso l'oratorio del Tinazzo) e Madignano dove una via sotterranea permetteva ai frati della cella benedettina di guadagnare segretamente la campagna in caso di pericolo.
Ultimo aggiornamento:
20/09/2017