Santuario del Marzale: archeologia
La chiesa si trova su un luogo usato come cimitero in età tardo-romana e nell'alto medioevo, come accadde di frequente nella pianura padana (nel cremasco a Palazzo Pignano e a Offanengo).
Alcuni rinvenimenti sporadici avevano già permesso a metà del XX secolo il recupero di alcune tombe. Purtroppo mancano a tutt'ora i dati per ricostruire con sicurezza le tipologie tombali. Tra il materiale di corredo funerario vennero recuperati un'olpe (brocca a collo stretto), un'olla, un tegame e una coppetta in ceramica importata dall'Africa settentrionale. Questi oggetti, attualmente conservati al Museo Civico di Crema e del Cremasco, riportano al III-IV secolo d. C. e confermano l'ipotesi che dovesse trattarsi di sepolture ad inumazione. Infatti in questo periodo l'uso dell'incinerazione era stato completamente abbandonato.
Nel 1985 uno scavo, condotto dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia, ha permetteva l'esplorazione di altre tre sepolture che si trovavano sotto il pavimento del santuario. Si trattava di tre tombe ad inumazione, orientate da nord-est a sud-ovest, a forma antropode, costruite con muretti in mattoni e tegoloni riutilizzati non legati da malta. Le sepolture furono danneggiate in occasione dei lavori di edificazione del Santuario e nelle successive opere di manutenzione. Non è da escludere che fossero già; parzialmente saccheggiate in antico. Solo la tomba 3 conservava la copertura, costituita da mattoni posti orizzontalmente e sigillati con malta. Fu possibile recuperare solo parte dei resti ossei.
Nel caso delle tre sepolture del Santuario del Marzale è stato possibile aggiungere ad una datazione perché nella tomba n° 3 fu rinvenuto un braccialetto in uso presso le donne longobarde. Si tratta di un'armilla in bronzo decorata con solcature e provvista di terminazioni troncoconiche ingrossate. Oggetti simili, rinvenuti in tombe dell'Italia settentrionale, permettono la datazione al VII secolo d. C.
Ultimo aggiornamento:
06/09/2017