Pensare alla vita
Il sangue umano è un "prodotto" naturale, spontaneo, non riproducibile artificialmente, indispensabile alla vita. È anche una fonte di energia rinnovabile ed è quindi possibile privarsi di una parte di esso senza avere danni, perché l'organismo lo reintegra prontamente. Donare sangue volontariamente e con consapevolezza rappresenta un gesto importante: vuol dire infatti rendere concreta la propria disponibilità verso gli altri ed anche verso se stessi, poiché così facendo si alimenta un "patrimonio"" collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno.
Oggi mi sento bene
Donare sangue periodicamente garantisce al donatore un controllo costante del proprio stato di salute, attraverso le visite sanitarie e gli accurati esami di laboratorio. Il donatore ha così la possibilità di conoscere il proprio organismo e di vivere con maggiore tranquillità, sapendo che una buona diagnosi precoce gli eviterà l'aggravarsi di disturbi latenti. Per l'Avis la tutela della salute del donatore è fondamentale.
Tutti insieme possiamo farcela
L'Italia importa gran parte degli emoderivati di cui ha bisogno, con una elevata spesa per il Servizio Sanitario Nazionale ed un maggior rischio di trasmissione di malattie, poiché il sangue da cui essi sono ottenuti non sempre proviene da donatori volontari, periodici ed attentamente controllati. Dobbiamo quindi renderci progressivamente autosufficienti, per ridurre i costi ma soprattutto per una maggiore garanzia sulla origine e qualità del sangue. Una via da percorrere in questa direzione c'è già: la donazione mirata. Essa consiste nel prelevare solo una parte del sangue (plasma, piastrine, ecc.) e restituire il resto al donatore. Queste tecniche indicate globalmente con il nome di "aferesi", dovranno trovare una applicazione sempre più estesa, proprio per favorire un uso più razionale del sangue.
Tutti possiamo donare?
Per essere donatore di sangue occorre avere buona salute e almeno 18 anni, pesare almeno 50 kg, e non avere sofferto di malattie importanti (ad esempio affezioni cardiovascolari, ulcera gastroduodenale, ecc.); in ogni caso il colloquio con il medico ed appositi esami di laboratorio verificheranno l'idoneità alla donazione.
Tuttavia, in rapporto al rischio di trasmissione di gravi malattie infettive, vi sono delle condizioni che impongono l'autoesclusione dalla donazione.
Le donne in età fertile possono donare sangue al massimo due volte all'anno, non debbono farlo durante le mestruazioni o la gravidanza e per un anno dopo il parto.
Per legge il lavoratore dipendente ha diritto ad una giornata di riposo ed alla corresponsione della normale retribuzione, in concomitanza con la donazione.
Che cosa devo fare?
Rivolgiti alle sedi Avis della tua Regione per avere informazioni sui servizi di raccolta sangue o trasfusionali operanti nella tua zona. Non occorre prendere appuntamento, occorre invece essere a digiuno; ti verranno richieste alcune notizie sulla tua salute, seguirà la visita medica, il prelievo di sangue e le analisi approfondite per la verifica della idoneitè a donare.
L'autoesclusione alla donazione
Fermo restando l'aiuto del medico trasfusionista, vincolato dal segreto professionale, a chiarire e valutare le specifiche situazioni, è doveroso autoescludersi per chi abbia nella storia personale: assunzione di droghe;
- rapporti omosessuali; rapporti sessuali con persone sconosciute negli ultimi sei mesi; epatite o ittero; malattie veneree; positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL); positività per il test Aids (anti-HIV 1); positività per il test dell'epatite B (HBsAg); positività per il test dell'epatite C (anti-HCV); rapporti sessuali con persone nelle condizioni incluse nell'elenco.