Citazioni: 1202; in campis apud ecclesiam S. Mariae de Marzalo; 1361: ad rezetum de Marzalo, campus unus Sancte Marie de Marzalo; 1685: Santa Maria del Marzale; 1815: Marzale.
Ipotesi di Valerio Ferrari
Si tratta di un importante toponimo che deve ritenersi di antica origine, probabilmente tardo-romana o alto-medioevale: epoca cui corrisponde la maggior diffusione del suffisso -alis con funzione aggettivale, applicato a termini già latini. Valerio Ferrari lo ritiene aggettivo in -alis dal latino mercatus “mercato, fiera, luogo ove si contrattano le merci”, originariamente applicato a locus. Alla forma attuale si perverrebbe attraverso riduzione per sincope di mercatalis > mercalis (come i paralleli merca(ta)nzia e merca(ta)nte) assimilazione della -e- pretonica alla tonica e assibilazione della velare sorda.
Se un’evoluzione simile è riconoscibile nei toponimi lombardi Marcallo (Milano) e Mercallo (Varese),un riscontro particolarmente eloquente risulta essere quello delle forme attestate in area francese di marsalla, marsallus aventi pari significato di “mercato, luogo ove si tiene mercato” che mostrano, oltretutto, una precisa corrispondenza fonica con la dizione vernacolare tutt’ora vivente del nostro toponimo.
Il Ferrari dubita circa una presunta derivazione da una voce dialettale marsa “acquitrino”, come ritengono l’Olivieri e il Boselli.
Tale termine, più diffuso in altri dialetti lombardi che non in quello cremasco, risulta comunque noto anche da noi in simile accezione che presuppone un facile passaggio semantico dalla voce del latino parlato marcia (in origine probabilmente neutro pìurale di marci(d)um) dal primitivo significato di “marciume, putridume” a quello secondario di “palude, acquitrino” dove la materia organica in decomposizione corrompe le acque. Tuttavia, in tal caso, oltre che strano, un aggettivo in -alis da marsa risulterebbe certamente inconsueto rispetto ad altri abituali vocaboli (come marsida “marcita” con significato originario convergente o come la stessa voce marsa nella sua forma primitiva o in una di quelle regolarmente alterate), e comunque radice e suffissosembrerebbero cronologicamente troppo discordanti per produrre l’esito in capitolo. Pur essendo invece ammissibile, almeno dal punto di vista formale, una derivazione da Mars, Martis nome del dio romano della guerra, ovvero da martius (mensis) “marzo” sempre attraverso l’aggettivazione in -alis, pare però che tale soluzione trovi qualche difficoltà sotto il profilo semantico, soluzione che, oltretutto, la ingiustificata caduta di -i- pretonica non concorre a sostenere. Anche una base costituita dai nomi personali latini Martius (che incontrerebbe le stesse difficoltà or ora accennate) o Marcius non troverebbe molto credito, poiché di norma in simili casi è il suffisso -anus a prevalere, tramite la sua funzione aggettivale con natura di prediale, e non il suffisso -alis che solitamente si applica a nomi comuni.
Ipotesi di Gabriele Lucchi
"Non si può dire con certezza che cosa significhi il nome di Marzale: alcuni lo vogliono derivare dalla festa della Madonna di Marzo, altri dagli antichissimi linguaggi longobardi dei primi abitanti di queste regioni, tenendo d’ occhio il fatto che non mancano nelle vicinanze altri luoghi con nomi analoghi: Costa-sale, Prato de Sale, Selva di Sala: nei quali la parola Sale o Sala vuol dire costa alta. La prima parte della parola Marzale sarebbe la radice di Marca, se non più semplicemente di Maria".