Page 2 - Poesie al tempo del coronavirus
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“La poesia non è fuori, è dentro:
                                                             cos'è la poesia non chiedermelo più,

                                                                            guardati allo specchio,
                                                                                   la poesia sei tu!”

                                                                                 (Roberto Benigni)

In questo momento in cui ciascuno di noi ha fatto i conti con la fragilità umana,
con la sofferenza, con l’assenza, sono ancor più vere le parole dell’attore fio-
rentino.

Ognuno di noi può essere poesia. Lo può essere per se stesso, ma soprattutto
per l’altro, per chi ama, per chi condivide la propria vita.

Il coronavirus ci ha spiazzati. Ci ha chiesto di vedere entrambe le facce della
medaglia, ma di sceglierne una. Lo strazio di questi mesi ha dato a tutti noi
l’opportunità di valorizzare la nostra vita, i nostri legami, la nostra scuola.
É da qui che siamo partiti con i nostri alunni di classe quarta. Abbiamo voluto
osservare, fermarci a guardare gli aspetti positivi e negativi di questa strana
scuola, a distanza.

I bambini ci hanno raccontato del senso di lontananza dagli amici e dalle mae-
stre, della paura del virus, dell’impossibilità di uscire, del suono lancinante del-
le ambulanze, delle mascherine e dell’aver sofferto per la salute di persone
care. E poi ancora il pensiero per le tante precauzioni da adottare. Ma non solo.

I nostri piccoli studenti hanno rimarcato la bellezza dello stare insieme, l’emo-
zione della condivisione famigliare: cucinare pizze o torte, riordinare garage o
scaffali da tempo trascurati, realizzare opere artistiche assegnate dalla mae-
stra, sperimentarsi nell’approccio alla tecnologia. Gesti quotidiani e semplici
che assumono significato, valore, che diventano poesia.

Improvvisamente ci siamo ritrovati a rivedere e riorganizzare la nostra giorna-
ta, dando valore al tempo: l’ora per i compiti, per le videolezioni, per lo svago,
per pranzare e cenare. Ci siamo accorti che il passare dei minuti non era più
uguale a prima, ma poteva diventare prezioso grazie alla magia che ciascuno di
noi poteva fare.

Fondamentale e quasi curativo, per ognuno di noi, adulto o bambino che sia , è
stato dover esternare emozioni e stati d’ animo talvolta pesanti, mai provati
prima.

Quale mezzo migliore se non la poesia?

Già lo scorso anno scolastico gli alunni avevano capito l’importanza di dichiara-
re i vissuti del loro cuore attraverso le lezioni di Benedetto Cottone, quattordi-
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